Nato a Roma nel 1982, dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'Arte Medievale, si specializza in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Nel 2009 frequenta il Corso Superiore di Arti Visive presso la Fondazione Antonio Ratti. Ha esposto in alcune mostre personali a Roma e in diverse collettive, a Istanbul (Turchia), Weimar (Germania), Teheran (Iran) e in diverse sedi italiane, tra cui la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Galleria Artericambi di Verona, Galleria Civica di Arte Contemporanea di Termoli, la Galleria Comunale di Monfalcone, la galleria Neon di Bologna e la Galleria Ottozoo di Milano.
Il lavoro di Squillacciotti attinge, attitudinalmente, dal passato di studi medievalistici frequentati a Roma e Barcellona, attraverso i quali ha sviluppato una coscienza metodologica che riporta in molti dei suoi lavori di carattere archivistico. Allo studio teorico dell'arte medievale, ha da sempre affiancato l'uso della fotografia per creare delle narrative legate ad eventi reali o fittizi che avessero poi un riscontro formale in piccoli libretti o serie fotografiche affiancate da note ed appunti. Attraverso il video e la raccolta di vari elementi, ha poi iniziato a sviluppare cicli narrativi di carattere documentaristico legati a fenomeni subculturali musicali di anni passati riferiti a contesti specifici, o dal tratto di pura suggestione autoreferenziale attraverso l'utilizzo di materiale fotografico collezionato in differenti paesi, creando da questo una irreale antropologia degli sconosciuti soggetti fotografati da sconosciuti in anni sconosciuti in paesi lontani. Ultimo è un lavoro di carattere performativo in cui l'artista narra dal vivo la storia di un compositore austro-armeno del '900 con integrazioni di materiale video/sonoro.