Fondazione Bevilacqua La Masa

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Traffic Zone 02

 
 
 

a cura di cristina Natalicchio
Da Venezia a Trento e ritorno. Dieci artisti trentini sbarcano in laguna con una mostra che si inaugura sabato pomeriggio nella galleria di piazza San Marco. Dopo la mostra di artisti veneziani della BLM organizzata a Trento, arrivano i trentini a Venezia.
Nasce da un gemellaggio lo sbarco degli artisti trentini emergenti, rappresentanti dell'ultima generazione attiva sul territorio.

Il ciclo di mostre Traffic Zone è un'iniziativa della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento in collaborazione con l'Opera Universitaria di Trento. Obiettivo: innescare meccanismi di scambio tra realtà istituzionali che fanno dei giovani artisti una scommessa, un presupposto su cui investire le proprie energie. È in questo modo che nasce l'incontro con la Fondazione Bevilacqua La Masa.

Gli artisti ospitati nelle rispettive sedi trovano occasioni di confronto con altri referenti istituzionali, con modi diversi di intendere la ricerca linguistica, con un pubblico nuovo: condizioni imperdibili per crescere professionalmente e poter verificare le premesse del proprio lavoro.

Le tele di Marco Adami sono supporti di un gesto che seppur rimane sulla superficie è testimone di un ritmo fatto di essenzialità ed incisività. Tracce di colore nero che trovano sfogo sul bordo o nel quadro successivo; quando i segni dialogano col vuoto e accompagnano i nostri percorsi interiori.

Con Emanuele Benedetti video, fotografia, realizzazioni plastiche, sono tutti mezzi da utilizzare per sviluppare l'invisibile complessità delle relazioni interpersonali che continuamente vengono messe in gioco nella contemporaneità.

Andrea Bertolini fissa, su materiali umili come il compensato o il cartone, ciò che attinge dalla sua scatola dei ricordi. Su fondi bianchi, infiniti come la memoria, frammenti di storie colte nel loro fulcro: tutto dettato dalla meravigliosa legge della libera associazione.

Le immagini di Tatiana Festi, spesso autoritratti, si arricchiscono di semplici geometrie che ne straniano il volto, allontanandolo in tal modo da ogni riferimento reale. Tatiana mette in gioco se stessa, riproponendosi come icona pop a metà tra sacro e autocelebrazione.

Rosario Fontanella, partendo da una ricerca marcatamente concettuale, propone progetti adattabili a diversi supporti, dimensioni e spazi. Fontanella si appropria del quotidiano, lo anima, gli dona personalità, spesso attraverso la successione seriale, in cui lo scarto tra una figura e l'altra innesca l'aspettativa di una favola raccontata.

Federico Lanaro manipola simboli e icone unendoli a elementi provenienti dall'universo informatico strappa dalla banalità o dall'immaginario popolare un oggetto semplice o un simbolo proveniente dall'immaginario popolare donandogli una propria emotività.

I lavori di Laurina Paperina appartengono a un universo popolato da simpatici mostriciattoli, dove emergono gli influssi della cultura web, televisiva e dei cartoons, ricreando una realtà dove ironia e gioco sono le regole per simulare il nostro vissuto quotidiano: il tutto all'insegna dell'immediatezza.

Matteo Peterlini ha colto un simbolo del patriottismo italiano contemporaneo, come può essere la partita finale di calcio tra Germania e Italia del 1982. Senza il pallone in campo, però, spogliando l'evento mediatico della sua portata ideologica e affettiva.

Andrea Pregl affida a rigide strutture geometriche il compito di registrare ciò che risiede nella sua memoria: brani letterari esemplificativi delle sue passioni, della sua emotività.

Semplici e nette, le stesure a smalto di Carlo Vedova detengono una sensualità fredda con chiari rimandi alla pop art. Un gioco di allusioni, semplificazioni formali di particolari anatomici ci aprono un universo erotico che tocca i tasti delle nostre pulsioni più intime.