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Fondazione Bevilacqua La Masa

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I Borsisti dell'84ma Collettiva
Le stanze di Ettore

Palazzetto Tito
24.03.01> 09.04.01

 
 
 

a cura di Alberto Zanchetta
La Fondazione Bevilacqua La Masa, nella sede di S.Barnaba, presenterà sabato 24 marzo alle ore 18.00 la mostra "LE STANZE DI ETTORE", che vede riuniti i vincitori delle borse di studio assegnate dall'istituzione in occasione della 84.ma mostra collettiva conclusasi a gennaio di quest'anno. E' questa dei borsisti un'importante occasione che la Fondazione dà ai giovani artisti per far conoscere meglio le loro opere e sperimentare nuovi spazi espositivi.

IL LUOGO
Ciò che affascina in palazzo San Barnaba sono i timpani inarcuati che coronano ogni singola porta, le bifore e trifore che si aprono su calli e canali, il serpentino parquet che anima la pavimentazione mentre eleganti cornicioni percorrono le contro soffittature in legno, o ancora i decori e gli sfarzi in ciascuna delle cinque sale che sono "LE STANZE DI ETTORE". (recita un'imponente dicitura a parete che dà il titolo alla mostra).

LA MOSTRA E GLI ARTISTI
Versatili, ironici, intimi, colti, tradizionali o fortemente contemporanei, i tre artisti Michele Bazzana, Maria Cecchella e Gianfranco Grosso hanno voluto confrontarsi con i non facili spazi espositivi, ognuno secondo i propri mezzi espressivi, instaurando un contatto con il luogo e rinverdendone i caratteri "abitativi" così da riportarli a una condizione di casa o forse meglio di habitat ove far con-vivere l'eterogeneità delle proposte

LE OPERE
Stipate in una sala, sedie grandi poco più di un palmo di mano circondano lo spettatore spostando l'attenzione sul visitatore stesso, altrove due enormi mani lievitano come palloni a mezz'aria abbandonando verso il basso un lungo vestito bianco che si snoda tra le stanze (Maria Cecchella).
Un lampadario oscilla presagendo la caduta dei suoi cristalli o il sopraggiungere di un terremoto, ma dall'altro lato della sala un secondo lampadario ne smentisce i presupposti. Uno strano accumulo si annida in un angolo e freme ogni qual volta sia digitato un numero telefonico associatogli il giorno dell'inaugurazione, a seguire un corridoio di stoffa rende difficoltoso il passaggio tra lanuginosi filari che emettono irritanti rumori (Michele Bazzana).
Una normalissima cassa si trasforma in un sarcofago quando il coperchio si riversa su un lato e svela il giacervi di una figura; non ultimo, un imponente dittico riporta alla luce - tra cromie bianche e nere - la memoria di bellezze femminee che vivono all'impietoso scorrere del tempo nel fascino sempre vivo della pittura/pittoricità (Gianfranco Grosso).

La mostra resterà aperta fino al 9 aprile 2001 con orario 15.00 - 18.30 chiuso il martedì